“Era il 28 agosto 2009, quando come una bomba si diffuse la notizia che il Bayern aveva acquistato un nuovo giocatore.

Veniva da Madrid, e dopo un giorno era già in campo col numero 10 sulla maglia contro il Wolfsburg.

Chi l’avrebbe detto? Entrò nel secondo tempo, venne, vide, vinse facendo due tiri e due gol.”

Inizia così la canzone Mr Wembley, di T-Sm, dedicata ad Arjen Robben (clicca qui se vuoi ascoltarla), uno dei giocatori più identificativi della storia del Bayern degli ultimi dieci anni.

Nato a Bedum, nei Paesi Bassi, il 23 gennaio 1984, Arjen Robben inizia a cinque anni nella società della sua città natale e già a dodici anni si trasferisce a Groningen nell’accademia giovanile della società, presenza fissa nel massimo campionato olandese.

Il 3 dicembre 2000, a meno di 17 anni, esordisce nell’Eredivisie (la Serie A olandese) entrambo in campo al minuto 77 nella trasferta RKC Waalwijk al posto del brasiliano Leonardo dos Santos Silva. La partita terminò 0-0.

Seguirono altre 17 partite in cui Robben entrò sempre in campo dalla panchina, riuscendo comunque a segnare due gol.

Il suo primo gol ufficiale Robben l’ha segnato l’11 marzo 2001 alla 20° giornata nella partita Groningen-Ajax; era il 15′ minuto e Robben segnò – ovviamente di sinistro – il gol del provvisorio 2-2 su assist del compagno Martin Brent in una partita iniziata in modo scoppiettante e terminata poi 3-3.

Rimane a Groningen fino al termine della stagione 2001/2002, dopo aver fatto registrare in maglia biancoverde 8 gol in 46 presenze.

Segue poi l’esperienza al PSV, due stagioni fino al 2003/2004 con 56 presenze e 17 gol, dopo le quali arriverà il trasferimento in Inghilterra al Chelsea.

In maglia blu rimane tre stagioni (dal 2004/2005 al 2006/2007) con 67 presenze e 15 resti segnate.

Segue poi il trasferimento al Real Madrid, dove rimane due stagioni fino al 2008/2009 con 50 presenze e 11 gol.

Purtroppo tutte le sue esperienze in queste squadre sono fortemente condizionate dai tanti infortuni che lo costringono a saltare molte partite e caratterizzeranno poi l’intera sua carriera, tanto che quando il Bayern annuncia l’acquisto del giocatore dal Real Madrid per la cifra di circa 25 milioni, in molti si chiedono quanto in effetti il talentuoso esterno d’attacco potrà dare alla squadra bavarese.

Come detto all’inizio, alla sua prima partita in casa contro il Wolfsburg l’allenatore Louis Van Gaal lo schiera nel secondo tempo, e lui risponde subito con una doppietta.

La sua prima stagione al Bayern è trionfale, lui gioca a destra, dall’altra parte furoreggia il suo grande amico Franck Ribery, e davanti si alternano un giovanissimo Thomas Müller e gli esperti Ivica Olic e Mario Gomez: niente da dire, è un Bayern spettacolare, che infatti vince a mani basse la Bundesliga, la Coppa di Germania e arriva in finale di Champions League, poi persa contro l’Inter. La strada per la finale, però, la traccia Arjen che con due gol fondamentali elimina prima ai quarti di finale il Manchester United e poi in semifinale il Lione.

Soprattutto il gol al Manchester rimarrà impresso nella memoria di tutti i fans del Bayern: all’andata il Bayern aveva vinto 2-1, ma al ritorno all’Old Trafford gli inglesi erano avanti 3-0; dopo il gol dell’1-3 firmato da Olic, ne serve ancora uno per passare il turno. Ci pensa lui, Arjen, al 74° con un autentico golasso che vi proponiamo in gallery.

Il 2010 segna il sorgere di un conflitto legale tra il Bayern Monaco e la Federazione calcistica dei Paesi Bassi; nella partita che la nazionale orange gioca contro l’Ungheria, in preparazione al Mondiale in Sud Africa, Robben subisce uno strappo muscolare.

Il coach dell’Olanda Bert Van Marwijck lo convoca lo stesso e lo porta in Sud Africa, dove tra l’altro l’Olanda raggiunge la finale contro la Spagna, finale nella quale Robben si divora durante i supplementari il gol che sarebbe valso alla sua nazionale la prima Coppa del Mondo.

Robben torna a Monaco infortunato, ed è costretto a saltare tutto il girone d’andata della stagione 2010/2011.

E’ l’inizio di una disputa legale tra il Bayern e la Federazione olandese, accusata dal Bayern di aver sottostimato a bella posta l’infortunio per poter avere il giocatore disponibile ai Mondiali.

Si parla di risarcimenti milionari, si va per avvocati, poi la ragione prevale e si arriva all’organizzazione della cosiddetta amichevole della riconciliazione: una partita da disputare alla fine di maggio 2012 a Monaco tra il Bayern e la nazionale olandese, con Robben in campo un tempo in casacca rossa e l’altro in maglia orange.

Le cose tuttavia non andranno come previsto.

Tre giorni prima di questa partita, il Bayern perde ai rigori la finale di Champions League nella partita “dahoam” giocata a Monaco contro il Chelsea, dopo una partita stradominata (20 corner a 1 per il Bayern) ma terminata 1-1 al 90°, dopo che Drogba sull’unica occasione prodotta dagli inglesi aveva pareggiato negli ultimi secondi il gol del vantaggio del Bayern segnato pochi minuti prima da Thomas Müller.

Nel supplementare di quella partita Robben si fa parare da Čech il rigore che avrebbe significato la vittoria e dopo quell’errore, l’olandese si chiama fuori nella serie finale dei tiri dal dischetto lasciando ai compagni (tra cui il portiere Neuer) il compito di tirare dagli undici metri.

La rinuncia di Robben non piace a molti tifosi, che infatti nell’occasione di quella strana amichevole disputata solo tre giorni dopo la grandissima beffa, fischiano a più riprese Robben, che peraltro in quella inutile partita gioca solo con la maglia orange.

Sembra che le strade del Bayern e di Arjen Robben siano destinate a separarsi; quei fischi, comunque una minoranza, fanno rumore e il Bayern dopo una stagione spumeggiante si ritrova con “zeru tituli”, avendo lasciato al Borussia Dortmund sia lo Schale che la Deutsche Pokal.

Ma il calcio sa regalare favole e, nel caso di Arjen Robben, ne regala una bellissima.

Inizia la stagione 2012/2013, il Bayern puntella la squadra con il difensore brasiliano Dante, lo svizzero Shaqiri, lo spagnolo Javi Martinez e l’attaccante croato Mario Mandžukić.

Robben gioca solo cinque partite nel girone di andata, limitato ancora una volta dagli infortuni e dalla successiva concorrenza nel ruolo di Shaqiri. Nel ritorno, però, la sua presenza si sente e il Bayern vola verso la vittoria in Bundesliga e, ancora una volta, verso la finale di Champions League.

Nella combattuta finale contro il Borussia Dortmund a Wembley (avete capito adesso perché la canzone a lui dedicata ha titolo “Mr Wembley”?), quando mancano due minuti, il risultato è di 1-1 e l’ombra/incubo dei supplementari aleggia nuovamente sui rossi, Robben sfrutta magistralmente una super giocata di Ribery, mette a sedere il portiere del Dortmund Weidenfeller e segna, proprio lui, il gol che 371 giorni dopo quell’atroce nottata, riporta la Champions League a Monaco.

il Bayern vince per la quinta volta il massimo trofeo continentale e, dopo la vittoria in Bundesliga e in Deutsche Pokal, si porta a casa uno storico triplete.

L’espressione del viso di Arjen dopo il gol, nessun tifoso del Bayern potrà mai dimenticarla e ve la riproponiamo qui.

Gli anni successivi vedono il dominio incontrastato del Bayern in Bundesliga, con una serie di Schale vinti consecutivamente che non è ancora terminata.

Robben combatte sempre con gli infortuni che lo costringono a saltare sempre diverse partite a stagione, ma riesce comunque a mettere a punto una serie di record:

  • nel 2014/2015 segna 17 gol, superando il suo record di 16 reti del 2009/2010
  • sempre nel 2014/2015, con la vittoria ad Hannover, Robben ottiene la 100° vittoria in maglia rossa alla 126° partita, diventando così il giocatore del Bayern con meno partite per raggiungere questo traguardo
  • nel 2015/2016, dopo la partita col Leverkusen, Robben diventa il giocatore olandese con più presenze nella storia del Bayern, superando Roy Makaay
  • nel 2017/2018, col suo gol nella partita esterna contro il Borussia Dortmund, Robben diventa il giocatore straniero ad aver segnato più gol con la maglia del Bayern, superando il brasiliano Giovane Elber.

Nel dicembre 2018, Robben comunica la sua intenzione di lasciare il Bayern al termine della stagione.

La sua ultima partita in Bundesliga si svolge il 18 maggio 2019 a Monaco, ultima partita di una Bundesliga già vinta con largo anticipo.

Quella partita segna l’ultima partita nel Bayern anche di Franck Ribéry; i due sono stati grandi amici e con le loro sgroppate sulle fasce di campo di loro competenza hanno riempito con giocate indimenticabili gli occhi dei tifosi bavaresi che hanno coniato per loro il nome “Robbery” per il quale non servono particolari spiegazioni.

Logico che per la loro ultima partita meritassero il riconoscimento speciale che è stato loro tributato dall’Allianz Arena e che trovate nella videogallery.

L’allenatore croato Niko Kovač fa entrare al 61° prima il francese e al 67° Robben in modo da regalare a entrambi l’ovazione del pubblico e al pubblico la magia di vedere in campo per l’ultima volta il duo Robbery. Il punteggio in quel momento è di 3-1 per il Bayern e chi sono i due giocatori che segneranno gli ultimi due gol per il definitivo 5-1?

Già.. loro due.. al 72° Ribéry segna il gol del 4-1 e sei minuti più tardi Arjen Robben segna il suo ultimo gol in Bundesliga su assist di un molto altruista David Alaba.

L’ultima partita in assoluto di Arjen Robben in maglia rossa è la finale di Coppa di Germania il 25 maggio 2019: a Berlino il Bayern vince 3-0 contro l’RB Lipsia, Robben entra al 73° e partecipa al trionfo dei compagni.

 

 

 

 


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