E’ il 21 agosto 1996, seconda giornata di Bundesliga FC Bayern – Bochum, si gioca all’Olympiastadion di Monaco, al 53° il punteggio è 0-0; il Bayern attacca, Jürgen Klinsmann avanza sulla sinistra, la mette al centro per Rizzitelli che controlla di destro, tira e segna.

Lo speaker dello stadio Stephan Lehmann esulta e declama a gran voce

In den 53. Spielminute, Toooooor für den FC Bayern München. Tor von der Nummer 20 Ruggiero……

Il contributo di Ruggiero Rizzitelli al Bayern Monaco alla fine risulterà abbastanza marginale.

Due stagioni, 57 presenze distribuite tra Bundesliga, Coppa di Germania e Champions League e 12 gol, non esattamente un ruolino di marcia di quelli che rimangono negli annali.

L’attaccante italiano, nato a Margherita di Savoia, sarà però ricordato a Monaco per due motivi.

Il primo: in un decennio in cui tantissimi giocatori tedeschi venivano a giocare in Italia, Ruggiero Rizzitelli è stato il primo a percorrere il Brennero in senso inverso, diventando nel campionato 1996/1997 il primo giocatore professionista italiano a giocare nella Bundesliga.

Il secondo è legato all’introduzione dell’articolo: Ruggiero Rizzitelli è stato il primo giocatore del Bayern a ricevere l’onore di essere coinvolto nell’ormai tradizionale dialogo che lo speaker dello stadio di Monaco Stephan Lehmann intrattiene col pubblico quando il Bayern segna un gol.

Dopo la rete del provvisorio vantaggio (la partita terminerà poi 1-1), lo speaker annuncia che al 53° minuto il Bayern ha fatto gol, pronunciando per tre volte il nome del marcatore “Ruggiero” e invitando il pubblico a gridarne il cognome.

Gli spettatori stanno al gioco e gridano una, due, tre volte “Rizzitelli”, al che Stephan Lehmann li ringrazia per l’aiuto con un chiaro “Danke” e questi rispondono con il doveroso “Bitte”.

Da quel momento, ogni gol segnato in casa dal Bayern sarà celebrato sempre in questo modo. Tantissimi grandi cannonieri avranno l’onore di sentir risuonare nello stadio il loro nome e cognome, ma il primo è stato lui: Ruggiero Rizzitelli, da Margherita di Savoia.

Ruggiero Rizzitelli nasce il 2 settembre 1967 a Margherita di Savoia, incantevole località sul Gargano in provincia di Foggia.

Esordisce nella squadra del suo paese, la Polisportiva Don Bosco; qui a 13 anni viene notato dal Bari che vorrebbe portarlo nel capoluogo ma la madre si oppone perché preoccupata dall’impatto dell’attività agonistica su quella scolastica.

L’anno dopo, però, il treno ripassa con i colori bianconeri del Cesena; un dirigente romagnolo propone alla famiglia del ragazzo il trasferimento in una struttura in grado di assicurare ai giovani vitto, alloggio e supporto scolastico ed è così che a soli 14 anni, Ruggiero Rizzitelli prende armi e bagagli e si trasferisce a Cesena.

A Cesena esordisce in serie B nel campionato 1985/1986 (6 presenze) e ottiene la promozione in Serie A nel 1986/1987 (26 partite e 2 gol).

In Serie A nella stagione 1987/1988 gioca 30 partite e segna 5 gol; tutto ciò gli vale un ingaggio dalla Roma che lo acquista dal Cesena per una cifra complessiva di 9 miliardi di lire.

A Roma, il nostro rimane sei stagioni in cui gioca 154 partite, segnando 29 gol; coi giallorossi nel 1990/1991 vince la Coppa Italia e arriva in finale di Coppa Uefa, persa nel derby italiano contro l’Inter (suo il gol segnato nella finale di ritorno vinta dalla Roma 1-0, non sufficiente però a ribaltare il 2-0 per l’Inter nella finale di andata).

Le sue prestazioni gli valgono anche nove convocazioni in nazionale; ed è proprio con la maglia della Nazionale che Ruggiero Rizzitelli vive la sua personalissima Sliding Door. E’ il 12 ottobre 1991, l’Italia di Azeglio Vicini gioca a Mosca contro l’allora Unione Sovietica: serve una vittoria per vincere il girone e andare agli Europei dell’anno dopo in Svezia, ma il muro sovietico tiene e a pochi minuti dalla fine è ancora 0-0. All’ultimo minuto Ruggiero ha il pallone per la vittoria, il suo tiro in diagonale supera il portiere Cherchesov ma si stampa sul palo. La partita termina 0-0 e l’URSS otterrà poi contro Cipro la vittoria con cui si qualificherà agli Europei (ai quali però si presenterà come Comunità di Stati Indipendenti, data la dissoluzione dell’Unione Sovietica che era già nei fatti all’epoca della partita).

Su quel palo si conclude la carriera in nazionale sia di Ruggiero Rizzitelli, sia di Azeglio Vicini che aveva voluto l’attaccante pugliese in azzurro. Al posto di Vicini subentrerà Arrigo Sacchi, che porterà in nazionale un diverso modo di giocare e giocatori con altre caratteristiche.

“Se quel palo sarebbe andato in gol….”

Questa la frase con cui Ruggiero Rizzitelli commenterà lo sfortunato epilogo della trasferta di Mosca; la sintassi era sicuramente rivedibile, ma il concetto era chiarissimo: se quel pallone fosse finito in porta, l’Italia sarebbe andata agli europei di Svezia, Azeglio Vicini sarebbe rimasto in sella alla nazionale e Ruggiero Rizzitelli sarebbe rimasto nell’orbita azzurra… chissà come sarebbe andata a finire…

La carriera di Rizzitelli prosegue alla Roma fino alla stagione 1993/1994, quando lascerà la squadra giallorossa dopo aver realizzato in tutto 29 reti in 104 partite.

Nel 1994/1995 Rizzitelli si trasferisce al Torino, dove alla sua prima stagione realizza 20 gol in 34 partite; nella stagione successiva 1995/1996 segna 11 gol in 29 apparizioni, le sue reti non sono però sufficienti per evitare al Torino la seconda retrocessione in serie B sul campo della sua storia.

Arriva allora la telefonata da Giovanni Trapattoni che – malgrado una prima esperienza in Baviera piuttosto scialba conclusasi con l’interruzione prematura del rapporto – aveva appena rifirmato un contratto col Bayern per la stagione 1996/1997.

Stavolta il Trap non vuole rischiare di trovarsi lo spogliatoio contro come avvenuto solo un paio di stagioni prima e chiama a Monaco un centravanti italiano da affiancare a Jürgen Klinsmann, già suo fedelissimo ai tempi dell’Inter.

Rizzitelli si presenta a Monaco col suo carattere solare e con qualche dubbio sulla sua capacità di adattarsi a uno stile di vita diverso da quello cui è abituato.

Non conosce la lingua e, anche se Monaco è definita da qualcuno e non a torto come la città più settentrionale di Italia, la Germania è comunque diversa dall’Italia.

Ruggiero col suo carattere giocoso si fa subito ben volere dai compagni che lo accolgono con uno scherzo di stampo linguistico. Una sera, la squadra si trovava al completo in una birreria e i compagni, approfittando della sua non conoscenza del tedesco, gli suggeriscono di ordinare della “Wasser” (acqua). Il cameriere rimane un po’ interdetto, ma esegue l’ordine con disciplina teutonica e quando a tutti i membri della squadra viene portato un sontuoso boccale di birra e a Ruggiero un semplice bicchiere d’acqua, le risate si sprecano e Rizzitelli inizia così il suo viaggio nella lingua di Goethe.

Rizzitelli debutta quindi in Bundesliga il 16 agosto 1996 ad Amburgo nella trasferta dei Rekordmeister in casa dell’FC St Pauli; il Bayern va subito sotto, ma al 35° minuto Ruggiero Rizzitelli pareggia, segnando così il suo primo gol in Bundesliga.

La stagione 1996/1997 vede il Bayern campione di Germania, con Rizzitelli che contribuisce alla causa con 7 gol in 25 partite di campionato.

La stagione 1997/1998 inizia coi migliori auspici, ma febbraio il motore della macchina Bayern si pianta, arrivano tre sconfitte consecutive e la situazione nello spogliatoio inizia a degenerare, con alcuni giocatori, su tutti il centrocampista Thomas Strunz, che esternano pubblicamente il loro malcontento per il loro poco utilizzo.

Trapattoni decide che la misura è colma è il 10 marzo 1998 tiene la sua conferenza stampa che è rimasta famosa in tutto il mondo. La conferenza fa ridere e sorridere tutto il mondo, ma non i senatori del Bayern che non la prendono benissimo e iniziano a considerare, più o meno come tre anni prima, il tecnico italiano come un corpo estraneo all’interno dello spogliatoio.

Il Bayern perde il contatto con il Kaiserslautern, che da neopromosso andrà a vincere il titolo, e termina la stagione al secondo posto, vincendo comunque la Coppa di Germania.

Il rapporto con Trapattoni però è ormai compromesso e Rizzitelli, perso l’allenatore che lo aveva voluto, decide a sua volta di tornare in Italia, accettando l’offerta del Piacenza.

La sua ultima apparizione in maglia Bayern risale al 9 maggio 1998 (34ª giornata) nella partita casalinga contro il Borussia Dortmund, terminata 4-0.

Termina quindi l’esperienza di Ruggiero Rizzitelli al Bayern Monaco; come abbiamo detto alla fine l’impronta lasciata da Rizzitelli non è stata particolarmente significativa nella storia bavarese, ma i due primati di cui parlavamo all’inizio rimarranno sempre suoi.

 


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